Gomma on Fri, 30 May 1997 04:15:44 +0200 (MET DST)


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<nettime> The text against Decoder and Harwood


"Il Mattino" 28 maggio 1997
La cyber-razza e i suoi profeti. Vedi alla voce "violenza"
C'e' anche un giornale "Decoder" in carta patinata: predica la distruzione di
tutte le regole

ROMA. Un mazzo di fotocopie sul tavolo del procuratore aggiunto Italo Ormanni.
Immagini rivoltanti di violenza a bambini corredate da un linguaggio che, da
solo, e' un abuso. Non e' una rivista porno, di quelle che certi personaggi si
procurano sotto banco. E' un giornale patinato, underground si dice, che ha la
pretesa di cambiare il mondo. Un organo di lotta ideologica, verrebbe da dire
di partito, se cosi' si puo' chiamare un gruppo che naviga in rete predicando
la distruzione di ogni regola. E cosa c'e' di piu' scioccante, di piu'
distruttivo che santificare la violenza sui bambini?
Ormanni, codice alla mano, ha potuto fare una cosa sola. Chiedere al dirigente
del nucleo operativo della polizia per le telecomunicazioni Maria Cristina
Ascenzi se ci fossero gli estremi per accusare qualcuno di
sfruttamento di minore. Ma quelle immagini malate, e' risultato, sono il frutto
di elaborazioni al computer. Cade il reato, almeno per le attuali leggi, ma
resta in piedi un'agghiacciante scoperta.  La pedofilia non e' solo roba per
depravati asociali: viene usata, si passi il concetto, come strumento di lotta,
testa d'ariete contro le basi della societa'. Scorrere le pagine di "Decoder"
e' fare quattro passi nel delirio: riassunto della "filosofia" dei cyberpunk,
ogni regola deve crollare, anzi deve essere fatta crollare. E che ognuno faccia
quel che vuole nel piu' totale anonimato. Essere forti o deboli, essere
l'animale che mangia o quello che viene mangiato, non conta. Ma questo non
viene detto perche' ognuno di questi cyberfilosofi si sente, e' sottinteso,
animale che mangia. Uno dei pezzi forti della visione del mondo propagandata
anche con la pedofilia e' la nascita, in futuro, di una cyber-razza, migliorata
dal computer. E tutto, che si vorrebbe cosi' originale e frutto di tempi nuovi,
puzza inequivocabilmente di vecchia carcassa.
Niente firma, sotto i proclami. Gli autori non si lasciano guardare in faccia.
Nomi di battaglia e basta. E' la regola in rete. Nei circoli di sinistra che
cercano in rete alternative al vecchio centro sociale (detti dagli
investigatori "antagonisti"), come in questi gruppi difficilmente
classificabili che vengono, invece, definiti di destra. Fra tante presenze
vive, curiose, anche provocatorie, dunque, si puo' trovare anche propaganda
anti-tutto, profanatrice per scelta. La legge che sta per essere approvata
dalle Camere prevede pene durissime per chi produce tout court materiale
pornografico che raffigura minori. Anche la pedofilia virtuale, dunque,
potrebbe essere punita, in quanto disvalore ed "apologia" di reato. Fino ad
oggi gli investigatori, che pure possono individuare e perseguire chi incita
all'odio razziale non possono fare altro che stare alla finestra ed aspettare.
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